Brevi note sulle difese
Tratto e modificato da V.Lingiardi e F. Madeddu : “ I Meccanismi di difesa” Raffaello Cortina editore III edizione in corso di stampa
Nel modello di Kernberg le difese che vengono viste nelle diverse organizzazioni di personalità sono più o meno le stesse richiamate nella letteratura inerente fin dagli anni ‘60 ma – ed è un punto rilevante – sono al servizio di un sistema teorico ‘forte’, dove rimozione nelle nevrosi e scissione negli altri funzionamenti sono cardine imprescindibile. A richiamare e chiarire tali temi, proponiamo qui esempi clinici utili soprattutto nel vedere come le difese aiutino a differenziare le diverse organizzazioni di personalità tenendo conto che sebbene restino tradizionalmente divise in nevrotica, borderline e psicotica, recentemente sempre più spesso l’area borderline è ulteriormente suddivisa in alta, media e bassa (Caligor, 2022). In Kernberg la presenza di difese primitive (identificazione proiettiva, onnipotenza, diniego) caratterizza quel range difensivo chiamato Splitting-based Defenses (Caligor et al, 2021), appunto basato sulla scissione[1]. Ciò implica che essa è intesa come meccanismo principe per evitare la consapevolezza di due aspetti dell’esperienza contraddittori. In altri termini se emergono due aspetti in conflitto riguardo ad un legame del Sé con l’Oggetto – ad esempio desiderio e rabbia – nessuno dei due è rimosso (o represso): essi vengono comportamentalizzati e emergono ma uno alla volta e magari oscillanti. Ciò spiega la caoticità dell’esperienza relazionale con un borderline. Nella cornice teorica kernberghiana - debitrice in molte parti della Klein – la scissione è senza dubbio il perno principale della organizzazione borderline, cui si sommano identificazione proiettiva (una parte già scissa è messa nell’altro) o idealizzazione (una parte potente e buona è completamente nostra o rivolta all’oggetto), e le altre difese richiamate da numerosi autori. La rimozione è il corrispettivo sul fronte della organizzazione nevrotica: vi saranno le cosiddette Repression-based Defenses (Caligor et al, 2021) cui si aggiungeranno nel caso, intellettualizzazione, formazione reattiva etc; ancora una volta avremo le differenti sfumature della presentazione nevrotica. Di volta in volta a comporre il puzzle potremo avere ulteriori movimenti difensivi a rinforzo: ad esempio la razionalizzazione può supportare sia la rimozione, sia la scissione. Nel primo caso fornirà motivi razionali a comportamenti che hanno radici rimosse; nel secondo fornirà una sorta di ‘pseudo’ ragionamento a giustificazione della contraddittorietà delle situazioni. Se a tutto ciò aggiungiamo difese anche di più basso livello nella organizzazione psicotica (ma il tema è tutt’altro che definito e il confine verso ‘il basso’ è forse fra i più controversi e complessi, vedi Kernberg 2022), avremo il composito ma ben articolato modello kernberghiano. Come seguire questi ragionamenti nell’ ambito delle relazioni oggettuali internalizzate ? Questo tema porta all’idea ad esempio di relazioni internalizzate che difendono da relazioni più disturbanti e preoccupanti. Ad esempio il versante nevrotico potrebbe essere anche compreso in una giovane donna inibita, come imperniato su una immagine di sé stessa childlike in relazione con un oggetto asessuato e parentale; questa relazione – conscia e associata a affetti di tranquilla vicinanza - protegge da una idea di relazione dove il sé desidera colpevolmente un oggetto disponibile e magari attratto: i due temi relazionali sono in conflitto e quindi il più ‘colpevole’ è rimosso. In situazioni dove si creano in modo continuativo temi conflittuali – ie attività lavorative con molti coetanei non conosciuti o lo stesso setting terapeutico – la relazione difensiva viene per così dire stimolata ripetutamente dando il via a esagerazioni del tema: l’attitudine childlike non si limita a emergere in un party ma diviene sempre più automatica e rigida, uno stile difensivo o character defense, con qualità egosintoniche. Si tratta a ben vedere di una piena visione relazionale anche in presenza di temi più tradizionalmente ‘intrapsichici’ come le difese nevrotiche, aprendo a sottili distorsioni dell’immagine di sé e dell’altro, anche se le difese basate sulla rimozione tipicamente evitano grossolane distorsioni. Questo modo di vedere le cose rimanda ad aspetti sempre più pienamente interpersonali: dove c’è una parte rimossa, esiste – in Kernberg – un intero mondo relazionale, una diade secondo la terminologia più recente (immagine del Sé, immagine dell’oggetto, affetto prevalente che colora la relazione). Il rimuovere parti legate all’attenzione sessuale, può anche essere letto come in relazione inconscia con un maschile amichevole e ‘depotenziato’.
A volte la razionalizzazione (difesa in sé non nevrotica) può supportare, la rimozione aggiungendo spiegazioni appunto razionali ai processi indicati. Ad esempio, in questo caso, “… gli uomini sono tutti così e pensano solo a quello …”.La stessa qualità infantile può essere al servizio dell’inibizione verso – ad esempio – temi competitivi, dove il soggetto diviene marcatamente accondiscendente e sempre alla ricerca di protezione e tutela. Se in questi casi abbiamo comunque assetti comunque integrati e stabili, realistici, in versanti BPO emergono temi affettivamente carichi e mutevoli, come se l’argine della relazione difensiva fosse più fragile e oscillante. Ad esempio una idealizzazione del terapeuta che serve per tenere a bada temi invidiosi, può lasciare il posto ad una visione persecutoria del terapeuta stesso per proteggere da bisogni molto regressivi. La caoticità e rapidità nello shift di questi scenari è alla base di quello che osserviamo clinicamente in questi pt. La rigidità e ripetitività di tali pattern può raggiungere livelli molto intensi. Nei versanti psicotici, compare il dubbio concreto della persecutorietà dell’oggetto, non più mitigabile dalla realtà condivisa.
Riassumendo :
- A livello nevrotico il conflitto rispetto alla competizione può prendere la forma di un timore così strutturato : “ Se sono troppo competitivo, diventerò una cattiva persona e sarò punito o non piacerò a nessuno”. La colpa pare centrale, come tipico nei funzionamenti nevrotici. E’ frequente la rimozione, spesso accompagnata da altre difese nevrotiche e da proiezione nevrotica. Il conflitto allo stesso modo può presentarsi su temi legati a sessualità o consapevolezza dei bisogni di dipendenza. Qui troviamo anche il tema dell’ansietà depressiva.
- Un alto livello BPO potrebbe presentare temi legati a dipendenza e ancora aggressività: “ Se lascio emergere la mia ostilità, rimarrò solo e non avrò speranza di legami positivi”. Qui il dolore sembra rimandare più a paura della solitudine e dell’assenza di legami buoni. Rispetto ai punti successivi, sono più forti i bisogni di dipendere e le paure connesse; i temi eventualmente paranoidi sono più legati a vulnerabilià che a persecutorietà, e quest’ultima – se presente - è meno stabile.
- Un medio BPO tenderà a avere bisogni narcisistici e aggressivi: “ Se mi mostro vulnerabile in qualsiasi modo, sarò attaccato e umiliato nei miei bisogni”. Vergogna e persecutorietà dominano il quadro. L’ansia diviene spesso pervasiva, fino a connotarsi come ansia paranoide, per via del massiccio uso di proiezione. Possono essere presenti tentativi di idealizzare fortemente qualcosa o qualcuno come ultima e fragile riparo da quel dilagare.
- L’ansia sarà massima ai bassi livelli BPO, dove l’aggressività poco integrata sarà dominante: “Mi annichiliranno e l’unica speranza è distruggere per primo”: Gli aspetti aggressivi prevalgono nella dimensione pienamente persecutoria. L’aspetto distruttivo pare pieno e marcato.
Nella STIPO (vedi Preti, Sarno, Madeddu) e nella sua versione più recente la STIPO R (Structured Inteview of Personality Organization) - vengono valutati i cinque domini principali del funzionamento della personalità in una scala 0-5 di severità. L’obiettivo della Scala è quello di disegnare un profilo del soggetto negli ambiti rilevanti per questo approccio: Identità, Relazioni Oggettuali, Aggressività (tema d’obbligo sia clinico sia teorico per il gruppo di Kernberg), Valori Morali (elasticità o severità Super-Io) e ovviamente Difese. Le diverse difese presenti aiutano a meglio specificare la realtà clinica nei diversi livelli della organizzazione di personalità (BPO) più volte ricordati e che rimanda in effetti a notevoli differenze fra questi pazienti. In tabella abbiamo riportato punteggi difese prototipici e range per livello di funzionamento (BPO).
Questi sono i punteggi difese-STIPO:
|
normale |
nevrotico |
High BPO |
Media BPO |
Low BPO |
Prototipico Range |
1 1 |
2 2-3 |
3 3 |
4 4-5 |
4-5 4-5 |
Vediamo ora alcune esemplificazioni, usando proprio questi punteggi come riferimento.
Prendiamo ad esempio un giovane donna di 32 anni, V, assistente sociale in un medio comune dell’Italia centrale; di aspetto attraente anche se vestita in modo lievemente demodé e con colori spenti e capelli raccolti con un cerchietto scialbo, giunge alla consultazione lamentandosi di ‘problemi con gli uomini’. Dice di sentirsi poco attraente e inadeguata sull’ambiente di lavoro, timida con gli uomini e piuttosto inibita sessualmente, anche se riconosce di essere ogni tanto al centro dell’attenzione in situazioni sociali, cosa che la sorprende. Non riesce a trovare un partner e vede che ormai amiche e colleghe si stanno avviando verso relazioni sempre più stabili. Riconosce la tendenza a evitare i conflitti e a soddisfare prima i desideri degli altri rispetto ai propri; è felice di avere comunque buone e fedeli amiche e descrive in modo articolato T, che la conosce fin dall’infanzia: “E’ gentile e disponibile anche se a volte può essere un po' rude, quando è stressata.” Descrive il proprio lavoro come faticoso e ammette che ha perso alcune delle illusioni cha aveva all’inizio ma resta convinta della necessità di aiutare gli altri anche sacrificandosi ma – aggiunge sorridendo – “con qualche limite!” Sente che a volte è davvero troppo severa con sé stessa. Alla fine dell’incontro il clinico ha la sensazione di avere un quadro sufficientemente dettagliato della situazione.
Sul dominio difese della STIPO-R (ricordiamo in una scala 0-5 dove 5 è la massima severità) potremmo attribuire un punteggio 2, non essendoci evidenza di difese di livello basso ed essendo presente una certa elasticità generale; in particolare potremmo avere temi legati alla sublimazione (vedi appendice e DMRS) e all’altruismo. Sono però presenti difese legate alla rimozione, in particolare in aree focalizzate della sessualità e dell’aggressività (evita conflitti e tende a ‘sottomettersi’), il che interferisce con lo stabilire relazioni romantiche e a divenire più ‘competitiva’. In generale V appartiene alla organizzazione Nevrotica di personalità (NPO).
Anche T, una giovane donna di 35 anni giunge alla consultazione per ‘problemi con gli uomini’; molto attraente, indossa una maglietta aderente e appare per tutto il colloquio ‘provocante’ lasciando l’intervistatore con un senso di disagio; confrontata con tatto su questo tema, risponde che ha bisogno di attenzione e che quando non l’ottiene non sa bene cosa può succedere. Descrive diverse relazioni con uomini tutte finite ‘male’; inizia le relazioni sentendo che ‘questa sarà quella giusta’ e partendo a ‘mille’ per poi disilludersi rapidamente e irritarsi con alcuni di questi uomini, in un caso fino a aggredirlo fisicamente in preda a una forte rabbia. Si sente spesso annoiata (ama solo guardare video divertenti in rete) e si ‘trascina’ sul lavoro, dove è receptionist di un ufficio legale; è attratta da un giovane avvocato appena arrivato ma sa già come andrà a finire… Ha rapporti problematici con i familiari culminati in una lite intensa anni fa quando la madre scoprì che trafugava banconote dal suo portafoglio: “ Erano solo venti euro e qualche volta, non tutti i giorni …” Non comprende l’irritazione dei genitori : “ Con quello che mi hanno fatto passare!”, anche se non precisa episodi o situazioni specifiche in tal senso. Non riesce a dare una immagine di sé realistica se non come una donna con grandi potenzialità che altri fanno naufragare. L’intervistatore conclude il colloquio con un senso di disagio e di pena.
La valutazione delle difese è qui di 4, per la presenza di scissione, idealizzazione e svalutazione e possibile identificazione proiettiva legata alle forti sensazioni di disagio del clinico. Poche o nulle difese del registro nevrotico. E’ possibile anche ipotizzare la presenza di proiezione, rintracciabile nell’isolamento della paziente, conseguenza quasi inevitabile proprio della intensità nel proiettare i propri temi invidiosi sugli altri, con i quali sarà poi ben difficile ipotizzare relazioni minimamente reciproche. Il funzionamento sembrerebbe quello di un BPO di livello medio (rari acting ma anche scarne o nulle difese di livello nevrotico).
Abbiamo ricordato poc’anzi come nelle ultime rivisitazioni del modello (Caligor et al, 2018), l’area borderline sia sempre più vista come distribuita in livelli articolati. Ad esempio vediamo in tal senso un ‘alto’ livello di organizzazione borderline.
G, manager di 42 anni sposato senza figli, lamenta una sensazione di ansia generica e senza altri sintomi specifici; sovrappeso, sudato e con difficoltà a mantenere il contatto visivo, lavora per un grande studio legale dove si sente spesso inadeguato e senza prospettive. Sente che i colleghi non lo stimano e pensa che parlino male di lui. A volte tali sensazioni sono così intense da portarlo a uscire per fare due passi e mangiare qualcosa con ‘urgenza’. Tende a procrastinare gli impegni e poi a fare le cose all’ultimo momento, pieno di ansia. Nonostante tutto non si sente a rischio sul lavoro perché – con grande fatica – riesce comunque a ‘starci dentro’. Si descrive come timido e molto innamorato della moglie, che descrive come ‘forte e meravigliosa’; quest’ultima lo critica spesso per il suo ‘lasciarsi andare’ e G pensa che abbia in fondo ragione. Non ha molti amici, gioca spesso a scacchi on line e non ha altri interessi. L’intervistatore alla fine del colloquio si sente preoccupato per la capacità del pt di intraprendere un trattamento eventualmente di lunga durata.
Se è relativamente semplice identificare le classiche difese borderline (scissione nell’immagine della moglie, idealizzazione soprattutto, e tendenza saltuaria all’acting out sul lavoro – le uscite quando sotto stress), ciò che fa di questo funzionamento un ‘alto’ livello BPO è la presenza di rimozione dell’aggressività e tendenza alla sottomissione, insieme al procrastinare; è presente tendenza al diniego di difficoltà lavorative e di coppia. In pratica alcune difese di registro nevrotico contengono e mitigano (soprattutto come detto sul versante dell’espressività dell’aggressività) le altre difese. Per sottolineare ancora i temi dei livelli borderline e delle difese, vediamo ora un esempio di basso funzionamento BPO.
J è un avvocato di 38 anni senza lavoro e senza figli. Si presenta per ‘depressione’ e problemi sul lavoro dove non riesce a mantenere un posto; interrogato sui motivi, prima sostiene di essere troppo coscienzioso ma poi emerge che da sempre non rispetta le scadenze. Emerge come abbia anche ‘imbrogliato’ su orari e su permessi malattia, il che ha portato a scontri ripetuti con i suoi responsabili, dove alzava spesso la voce. In una occasione è arrivato a uno scontro fisico con un suo pari grado che lo trattava in modo – a suo dire – irrispettoso. Nel colloquio appare distanziante e annoiato, sostenendo di non capire come mai gli altri non apprezzino le sue capacità e poi – abbassando la voce – dice di essere un completo fallimento e di pensare spesso alla morte. Sente che la moglie non lo capisce per niente ed è solo capace di lamentarsi stupidamente: alla domanda se vede qualcosa di positivo in lei, risponde che ‘Guadagna bene…’.
In questo caso le difese di basso livello dominano il quadro, impedendo livelli di adattamento anche minimali che non siano parassitari e con aspetti passivamente antisociali. L’immagine di sé e grossolanamente distorta e ‘estrema’ così come quella della moglie; sono presenti acting out. Non vi è traccia di difese di livello più alto. In una sintesi schematica, V si muoverebbe al livello più alto, G intermedio T un po' più ‘grave’ e J avrebbe un funzionamento ancora più basso.
[1] A volte è usato anche il termine dissociazione; in realtà nella dissociazione avviene una maggiore o minore discontinuità della coscienza cosa che non si verifica nella scissione. Ma anche nella dissociazione abbiamo la compartimentalizzazione dell’esperienza.
Prof. Fabio Madeddu